giovedì 27 settembre 2007

Homeless/2

Ebbene si. Sono ancora per strada.
Ieri ho chiamato il ragazzo della stanza delle favole (dell'orrore) e mi ha detto che hanno trovato un altro. Ci han perso loro. Avrebbero potuto avere il bagno pulito e qualcosa di decente da mangiare alla sera. Tiè!

martedì 25 settembre 2007

Telefonofobia

Stasera sono più isterica che mai. Casa mia sembra il centralino del servizio clienti di Telecom Italia. Solo che noi rispondiamo e non abbiamo musichette di attesa.
E la cosa bella è che metà delle chiamate sono pubblicità/richieste di soldi/gente che sbaglia numero.
La migliore è stata ieri sera. Suona il telefono, lo prendo io. Pronto? Silenzio... Buongiorno! (E' un messaggio registrato e sono le 9.30pm) Per parlare con un operatore premere il tasto uno. Butto giù. Un operatore di cosa? Ma soprattutto... mi scoccia quando mi chiama lui (l'operatore) secondo te gli parlo di mia spontanea volontà? Bah... Forse puntava sulla mia curiosità.
Qualche sera fa chiama una tizia. Prendo sempre io. Pronto? Silenzio... Ho sbagliato numero? Non capisco se è uno scherzo. Dipende, chi cerca? -Raffaella. -Allora ha sbagliato numero. Tuuuuuu... Si figuri!
Un post a parte lo meriterebbero gli operatori. La loro insistenza quando cercano di venderti qualcosa è direttamente proporzionale alla loro indolenza quando sei tu a volere qualcosa da loro. Sono arrivata al punto di essere maleducata. Cosa che non mi si addice affatto.
Un pò di tempo fa c'era in giro una lotteria. Non ricordo organizzata da chi, sinceramente. Hanno chiamato una ventina di volte nel giro di una settimana. Una sera, dopo quattro chiamate e quattro no, hanno chiamato una quinta volta. Indovinate chi ha risposto. Esatto, io. Pronto? -Salve, chiamo per informarla che stiamo vendendo i biglie... -Lo so, è la quinta volta che chiamate oggi. -Ah..e li ha presi i biglietti? -No -Allora che... -Secondo lei se non li ho presi le quattro volte precedenti le dirò di si questa volta? -Non saprei... -No, buona serata.
Deve essere un complotto. Sono in combutta con l'ordine degli psicologi. Vogliono farmi venire un esaurimento nervoso.
Quando mi faranno girare troppo vorticosamente le palle inizierò a denunciare tutti. Sull'elenco del telefono di fianco al nome può esserci un simbolo, non so quale sinceramente, che significa "puoi chiamarmi e rompermi con le tue offerte". Di fianco al mio numero non c'è!
Oppure potrei far mettere di fianco al mio numero un teschio. Il significato mi sembra chiaro.
Ecco un altro motivo per cui adoro Genova, non avrò un numero fisso.

sabato 15 settembre 2007

Perchè l'odio fa ingrassare

Oggi sono un concentrato d'odio! Odio allo stato puro. Trovo lati negativi in qualsiasi cosa. Come dice una conoscente, sto avvelenata.
Dopo aver trascorso la serata tra accuse, pianti, insulti e tentativi falliti di spiegazioni ho passato una notte praticamente insonne. Sono stata bruscamente svegliata un quarto d'ora prima della sveglia da un vicino con l'hobby del bricolage. E vi assicuro che era presto. Sono andata in un centro commerciale con mia mamma in cerca di un regalo. Sono stata psicologicamente molestata da una fastidiosissima commessa che voleva farmi prendere orribili scarpe in stile giapponese che mi stavano larghe. Ho lottato con la cassa automatica del supermercato. Arrivata a casa ho lottato con la stampante, alla quale si è rotto il pulsante per far scorrere le cartucce. Ne dovevo cambiare una. L'ho smontata, ho cambiato la cartuccia e ho aggiustato il pulsante. Tutto questo dopo un lunghissimo sproloquio. Ho cercato di stampare una cosa ma me la stampa solo in modalità bozza. Nonostante abbia impostato la modalità testo. Dopo un altro lunghissimo sproloquio non ho comunque risolto niente. E ho sprecato diversi fogli. Ho iniziato a leggere e una mosca ha ben pensato di inziare a ronzarmi intorno. Ha sfidato la tenuta del mio sistema nervoso. Ha perso. E ha pagato la sconfitta con la vita. Ho mal di schiena e la nausea. Sono stanca.
Sto seriamente prendendo in considerazione l'idea di iniziare ad usare sostanze stupefacenti.
Mi sa che alla fine mi farò solo di cioccolato.

mercoledì 12 settembre 2007

Homeless

Ecco il preannunciato resoconto della mia fallimentare, per ora, ricerca di una stanza.
Il nocciolo della questione è che la stanza mi serve solo fino a novembre. Si spera. Perchè ho fatto la domanda per l'alloggio dell'università e fino a novembre, sempre che io riesca ad ottenerlo, sono per strada. Ma chi mai affitterebbe una stanza per soli due mesi?! Nessuno logicamente.
Sto lasciando il mio numero a destra e manca nella speranza che qualche stanza rimanga vuota per la fine di settembre. Se a fine settembre è ancora vuota non trovi più nessuno. E lì spunto io! Due mesi son meglio di niente.
Vi devo però assolutamente raccontare l'appartamento che sono andata a vedere ieri. Mia grandissima speranza.
Chiamarlo appartamento è come chiamare monolocale la cuccia di un cane. Mi spiego. Tanto per inziare si trova al quarto piano di un fatiscente palazzo senza ascensore. Quello che ho chiamato quarto piano è in realtà il sottotetto, o piccionaia. Quando sono arrivata davanti alla porta la prima cosa che ho detto è stata: "E' uno scherzo vero?". Una volta entrata la risposta è arrivata chiara e forte: no.
Per accedere a quella che potrebbe essere la mia camera si passa attraverso a quella che una volta era una porta a soffietto. Ora è un pezzo di plastica scassato e cigolante. Nella stanza si trova un letto su un soppalco di legno. E basta. Però il ragazzo mi ha assicurato che arriveranno una scrivania e un armadio. Wow.
Il resto della casa non è meglio. Passando attraverso un corridoio strettissimo si passa accanto ad una sala comune con tv e computer dalla quale si accede ad un'altra camera da letto. Alla fine del corridoio c'è la lavenderia. Girando a destra c'è un altro corridoio, dal quale si accede alla cucina, al bagno e ad un'altra camera da letto. La cucina è praticamente un altro corridoio. Una bestemmia per una cuoca come me. Del bagno preferisco non parlare, non vorrei essere troppo scurrile. Ed eviterò anche la descrizione minuziosa dello sporco e del disordine.
In quella topai...ehm volevo dire casa, abitano tre ragazzi, un cane e un gatto. E il ragazzo che me l'ha mostrata ha avuto il coraggio di chiedermi se mi danno fastidio gli animali. Dubito che siano stati loro a ridurla in quello stato.
Anche con questo ragazzo sono rimasta come tutti gli altri. Ci sentiamo tra un paio di settimane.
Ora vi spiego perchè è la mia grandissima speranza. Chi mai ci andrebbe a vivere per 250€ al mese lì dentro? Nessuno, sano di mente. Anche perchè Genova non è una città carissima, per 250€ si trova di molto meglio. Se nessuno ha il coraggio di andare lì, ci vado io! Armata di guanti di gomma e disinfettante ospedaliero.
Bisogna pensare positivo. Quei quattro piani di scale mi faranno solo bene, per il fiato e per i glutei. Ed è a 10 minuti a piedi dalla facoltà.
Alla fine dei fatti mi sono innamorata di quella catapecchia.
Speriamo che il sogno non si infranga.

martedì 11 settembre 2007

Haiku

Domani vado
Direzione genova
Cerco camera

venerdì 7 settembre 2007

Euforia!

Sono ufficialmente una studentessa di lingue!
Ieri ho finito tutti i giri da trottola che dovevo fare. Ho pagato tutto. Ho fatto le fotocopie di mille documenti. Ho messo firme ovunque. Ho fatto le foto. E finalmente ho il mio bellissimo libretto blu con la scritta in oro Università degli Studi di Genova. Sono la matricola n. 3141591. Ho anche un bellissimo tesserino magnetico da usare in mensa, al C.U.S. e al cinema (a Genova gli universitari pagano 3€!).
Come avrete capito questo è uno sfogo di allegra isteria. Sono felicissima. Come non capitava da un bel pò. Inizierò la mia nuova vita tra poco. Prima sembrava solo un miraggio, un sogno. Ora è così reale. Conoscerò gente nuova, vedrò cose nuove, studierò cose nuove.
Amo Genova. Amo la gente che passeggia nei vicoli. Amo la focaccia che prenderò tutte le mattine alla panetteria pugliese (lo so, sembra strano, ma è buona uguale e costa meno). Amo i negozi, che hanno i vestiti della mia taglia. Amo le librerie, che hanno i libri che cerco. Amo il Porto Antico e le sue panchine sotto le palme. Amo l'arietta primaverile che c'è praticamente sempre, fresca in estate e calda in inverno. Amo i ristoranti etnici. Amo anche la puzza di pesce, se è di Genova!

mercoledì 5 settembre 2007

Solo una domanda

Perchè mi incoraggi a scrivere dicendo che sono brava quando è evidente che non ti interessa minimante leggere quello che scrivo?

lunedì 3 settembre 2007

Avventure genovesi

Stamattina, dopo ben 3 ore e mezza di sonno, sono arrivata allegra e pimpante a Genova. Beh, non proprio pimpante ma allegra si dai. Obiettivo della mattinata: confermare la preimmatricolazione. Wow!
Prima tappa: via Balbi 4(solo Balbi 4 per gli habitué), dove l'uomo si iscrive a due esami e vaga in cerca di due docenti fantasmi. Terminata con esito negativo la ricerca ci dirigiamo finalmente a Balbi 5, dove c'è il Salone dell'immatricolazione. L'emozione intanto cresce.
Appostati ai piedi delle scale ci sono i soliti avvoltoi. Ragazzi dei più disparati gruppi che cercano di irretirti con un semplice volantino e finiscono per chiederti il numero di telefono, sai, per le riunioni... Li ignoro con la più tosta delle facce toste e proseguo. Sto per essere ufficialmente una studentessa universitaria, diamine, che vuoi che mi freghi dei tuoi incontri di lettura?! Io leggo nella mente poi, mica ad alta voce. Vabbè.
Arrivata nel Salone (che poi Salone non è, è un cortile) mi brillano gli occhi. Stand di tutte le facoltà, ragazzi pronti ad indirizzarti allo sportello giusto, future matricole che frugano nei loro documenti. Ho un sorriso ebete sulla faccia quando trac, il dubbio si insinua in me. Sto facendo la cosa giusta? Si, mi risponde il grillo parlante della situazione.
Ottimo. Mi dirigo verso il gabbiotto con l'insegna "conferme immatricolazione" e un gentilissimo ragazzo mi ferma per chiedermi cosa ho bisogno. "Dovrei confermare l'immatricolazione". Guarda i miei fogli e mi dice: "hai già pagato il bollettino?" "No, lo devo fare subito?" "Si, vai su a sinistra così te li danno". "Ok". "Ma non hai il numero di matricola". "Uhm, non so". "No, non ce l'hai. Vai lì che ti rifanno il foglio".
Nooooooooo. Lo sapevo. Non poteva essere così facile. Ok. Calma e sangue freddo. Ma perchè quello stupido sito non mi diceva tutte queste cose?
Ok. Vado a far rifare il foglio, con su il numero di matricola. Vado su per ritirare i bollettini. Lì mi spediscono allo stand dell'ARSU per vedere se con il mio reddito ho diritto alla borsa di studio. Vado allo stand dell'ARSU. Ho diritto alla borsa, ma il reddito è quello vecchio. Merd. Che cretina che sono. Ho preso su quello sbagliato. Bene. Una mattinata sprecata. Almeno la prossima volta faccio tutto con ordine senza che nessuno mi lanci da uno stand all'altro.
Mentre l'uomo fa a sua volta il giro dell'oca per la specialistica io telefono a casa. Sono cretina io o i documenti nuovi non erano dove dovevano essere?
A casa non si trovano. Strano.
Per dimenticare il brutto episodio ci dirigiamo verso il centro. Shopping!
Per prima cosa entriamo in una libreria. Che bella. Il tizio che la organizza dovrebbe andare a sistemare quella del piùgrandecentrocommercialedelnordovest. Le sezioni sono posizionate con un senso logico e gli autori sono in ordine alfabetico! In un attimo trovo proprio il libro che cercavo. Si, lo stesso che non c'era di là. Tzè. E scrutando gli altri ne trovo altri 7 che vorrei prendere. Mi limito però a due soltanto. L'uomo si prende un libro sul movimento skinhead dagli anni '60 ad oggi ed usciamo soddisfatti.
Entriamo in un negozio di vestiti dove trovo un paio di pantaloni che mi piacciono della mia taglia! Dovrei scrivere un post solo su questo argomento. Le taglie. Ma i negozianti di Piacenza pensano che le anoressiche siano le uniche a vestirsi?
La mattinata viene quindi salvata da queste liete scoperte.
Arrivo a casa alla sera. I documenti nuovi non sono stati trovati. Mia madre guarda quello che ho preso su io. Me lo mostra. Impreco. E' quello giusto. Scade a fine ottobre. La tizia si è sbagliata. Ha guardato l'anno sbagliato.
Queste sono le cose che ti fanno capire quanto sia effimera la felicità data da un bel libro o da un paio di pantaloni della taglia giusta. Ma porc...