lunedì 30 luglio 2007

Ipocrisia e famiglia

Io sto dalla parte di Mele. Si. E non mi sembra affatto giusto che un uomo onesto al servizio del nostro Paese si debba dimettere per una cosa da nulla come quella. Cosa volete che sia un'innocente serata in compagnia di due simpatiche signorine?
Ah, erano prostitute? E che vuol dire? Magari Mele stava cercando di redimerle. Come un buon cristiano. Stava loro raccontando la parabola della pecorella smarrita, ne sono sicura.
Ah, una è finita in ospedale? Evidentemente l'incontro con Nostro Signore è stato un duro colpo per il Demonio che risiedeva in lei.
Ah, è stata colpa della cocaina? Il Demonio, sempre il Demonio! E poi sarà ben libero di fare quello che vuole, no? Che impedimenti ha?
Ah, ha una moglie e tre figli? Ehm... Si vede che... Uhm... Ma chissenefrega! Che c'entra la moglie? I figli poi, cosa vuoi che interessi a loro se il padre usa droga con delle prostitute? Niente. Logico.
Almeno loro sono una famiglia! Legata da un saldo matrimonio sotto la benedizione di Nostro Signore. Mica come quelle coppie di depravati che fanno figli senza neanche sposarsi. Ecco.
Cosa c'entra poi se i figli sono cresciuti nel miglior clima, se nessuno dei genitori si droga o va con le prostitute, se nessuno è sotto inchiesta per corruzione? Non sono mica una famiglia, loro.
Vogliono pure dei diritti. Ma dimmi te dove siamo arrivati!

Ho un'ultima cosa da dire al signor Mele: ma vaff...

domenica 29 luglio 2007

Welcome back!

Da poco rinata come l'Araba Fenice mi trovo a sbattere il muso nel vecchio squallido mondo. Ecco la situazione: dopo due settimane di meritato (?) relax in Sardegna son tornata a casa con una taglia in meno e la carnagione di un'indiana. Fin qui tutto bene.
Saluto mamma e papà e, qualche ora dopo, il fratello dormiglione, anche lui rientrato da poco dalle meritate (le sue si) vacanze sulla costa romagnola. Le ore successive sono un tripudio di racconti, foto e consegna di gadgets e ricordini. Come non portare a casa un bel pezzo di pecorino? Il fratello, ancora frastornato dal fuso orario (perchè a Riccione si vive 12 ore avanti a noi), non dice tanto, si limita a una descrizione dell'abbigliamento alternativ-truzzo-borghese adottato per una serata in discoteca. La mamma però riporta i racconti fatti ieri dal fratello, quando aveva ancora l'adrenalina in circolo e riusciva a mettere insieme una frase di senso compiuto. E qui la sberla. Metaforica logicamente. Mi descrive una canotta alternativ-truzzo-poco-borghese che si è comprato e cosa è successo all'entrata di una discoteca la sera in cui l'ha messa. Il fratello, conciato come molti altri diciottenni in vacanza, si è sentito dire da un gentleman all'ingresso: "Qui i gay non li vogliamo!".
Cosa cosa cosa?? Tanto per precisare la canotta in questione era monocromo nera, non aveva nessuna scritta inneggiante all'amore omosessuale o che altro. Ma la questione è un'altra: "qui i gay non li vogliamo"?! Ma dove pensava di essere? In uno sperduto paesello pakistano?! Ma il padrone del locale saprà che razza di zoticone ha assunto? Lo zoticone è stato fortunato, perchè il fratello ha lasciato perdere. Io non lo avrei fatto. Rompicoglioni come sono. Minimo avrei preteso di parlare con il principale minacciando una bella denuncia, poi vediamo chi fa la figura peggiore: io che ho fatto la figura dell'escluso o tu che sei stato licenziato? Pirla.
E' assurdo che nel 2007 ci siano ancora queste discriminazioni, specialmente in una grande città turistica piena di giovani.
E poi ci stupiamo quando leggiamo sui giornali del ragazzo di turno che denuncia o, peggio, si suicida perchè i compagni lo maltrattano per il suo presunto orientamento sessuale.
Bentornata nella vita reale, penserete.

Giusto per precisare, l'orientamento sessuale di mio fratello non influisce minimamente su ciò che penso del gentleman. Che sia gay o meno, non cambia nulla.

martedì 10 luglio 2007

Ad un'amica

Questo non è uno sfogo d'isteria. E' uno sfogo e basta. Sono triste, dispiaciuta e incazzata. La vita è ingiusta. Se la prende sempre con le stesse persone.
Sembra che i problemi si attirino tra loro, delle calamite. Non basta avere un piccolo problema, se ne deve aggiungere un altro e un altro e un altro ancora. E logicamente queste cose succedono alle persone migliori. Non si capisce se è colpa/merito di queste esperienze se sono migliori. Non lo so.
Ma una cosa è certa. A una delle persone migliori che io conosca è successa una cosa orrenda. Non doveva capitare a te. Anche se sei forte, non doveva capitare a te! Nessuno merita una cosa del genere ma tu meno di tutti. Ne hai già passate tante e ne stai passando tante. Non è giusto!
Mi dispiace così tanto...
Una persona speciale come te dovrebbe avere una vita speciale. Ti ammiro così tanto per il coraggio e la forza che hai sempre dimostrato.
Mi sento così inutile di fronte a queste cose. L'unica cosa che posso fare è ripeterti ancora una volta che ti voglio bene, che ci sono.
Non è giusto.

lunedì 9 luglio 2007

The End

The End. La Fine, con la maiuscola. Io sono stata la protagonista della Fine. Sono stata l'ultima ad avere l'orale. Neanche 5 ore dopo mi arriva un messaggio: hai preso 70. Un pò meno di quel che mi aspettavo. Vabbè, la maturità in fondo è una bufala ministeriale per spendere un pò di soldi in più, giusto perchè ce ne sono.
Sulle prime, in effetti, ero un pò delusa. Poi ho chiesto al mio informatore un pò di voti di altri. Non è nella mia natura farmi i fatti miei. A quel punto la delusione personale ha lasciato il posto, e che posto, al ribrezzo.
Professori, alunni, bidelli...il mio ribrezzo non è per voi, le vostre idee, le vostre azioni. E' per il sistema in toto.
"Hanno dato in mano una pistola carica alla commissione" disse qualcuno. Una pistola a salve. Che è servita giusto a spaventare il cane del vicino.
Come ben si potrà capire nessuno è stato bocciato. Forse l'han fatto per non averli tra le pelotas l'anno prossimo, non so. So solo che sapendo i risultati di qualcuno una strana bestia ha iniziato a rosicare nel mio stomaco. Non è invidia cari miei. Non saprei neanche come definirla.
So solo che ho visto un'amica, una delle poche, pochissime, persone che lì dentro chiamo amica, farsi un culo quadrato per andare avanti in una situazione che non augurerei neanche al mio peggior nemico raggiungere gli stessi risultati di persone che hanno passato l'anno nel più totale e completo disinteresse, nel migliore dei casi.
Son cose che fanno incazzare, se permettete.
Lo so che ora tutto è finito, che non ci devo più pensare. A settembre inzierò una nuova vita in una nuova città. Inizierò una nuova vita con la consapevolezza che la giustizia non esiste. Divina o terrena, come preferite. Starò più attenta questa volta.
Nella mia nuova vita voglio però alcune delle persone che facevano parte della vecchia. Quelle poche, pochissime, persone che chiamo amici. Loro lo sanno chi sono. E voglio ringraziarne due in particolare: la sopracitata amica perchè mi ha insegnato ad avere le palle di andare avanti ed un'altra amica che mi ha insegnato a tenere la testa alta, sempre. Grazie.
Ed ecco come la Fine si trasforma in un Inizio.
Dopo la vacanza in Sardegna però.