mercoledì 12 settembre 2007

Homeless

Ecco il preannunciato resoconto della mia fallimentare, per ora, ricerca di una stanza.
Il nocciolo della questione è che la stanza mi serve solo fino a novembre. Si spera. Perchè ho fatto la domanda per l'alloggio dell'università e fino a novembre, sempre che io riesca ad ottenerlo, sono per strada. Ma chi mai affitterebbe una stanza per soli due mesi?! Nessuno logicamente.
Sto lasciando il mio numero a destra e manca nella speranza che qualche stanza rimanga vuota per la fine di settembre. Se a fine settembre è ancora vuota non trovi più nessuno. E lì spunto io! Due mesi son meglio di niente.
Vi devo però assolutamente raccontare l'appartamento che sono andata a vedere ieri. Mia grandissima speranza.
Chiamarlo appartamento è come chiamare monolocale la cuccia di un cane. Mi spiego. Tanto per inziare si trova al quarto piano di un fatiscente palazzo senza ascensore. Quello che ho chiamato quarto piano è in realtà il sottotetto, o piccionaia. Quando sono arrivata davanti alla porta la prima cosa che ho detto è stata: "E' uno scherzo vero?". Una volta entrata la risposta è arrivata chiara e forte: no.
Per accedere a quella che potrebbe essere la mia camera si passa attraverso a quella che una volta era una porta a soffietto. Ora è un pezzo di plastica scassato e cigolante. Nella stanza si trova un letto su un soppalco di legno. E basta. Però il ragazzo mi ha assicurato che arriveranno una scrivania e un armadio. Wow.
Il resto della casa non è meglio. Passando attraverso un corridoio strettissimo si passa accanto ad una sala comune con tv e computer dalla quale si accede ad un'altra camera da letto. Alla fine del corridoio c'è la lavenderia. Girando a destra c'è un altro corridoio, dal quale si accede alla cucina, al bagno e ad un'altra camera da letto. La cucina è praticamente un altro corridoio. Una bestemmia per una cuoca come me. Del bagno preferisco non parlare, non vorrei essere troppo scurrile. Ed eviterò anche la descrizione minuziosa dello sporco e del disordine.
In quella topai...ehm volevo dire casa, abitano tre ragazzi, un cane e un gatto. E il ragazzo che me l'ha mostrata ha avuto il coraggio di chiedermi se mi danno fastidio gli animali. Dubito che siano stati loro a ridurla in quello stato.
Anche con questo ragazzo sono rimasta come tutti gli altri. Ci sentiamo tra un paio di settimane.
Ora vi spiego perchè è la mia grandissima speranza. Chi mai ci andrebbe a vivere per 250€ al mese lì dentro? Nessuno, sano di mente. Anche perchè Genova non è una città carissima, per 250€ si trova di molto meglio. Se nessuno ha il coraggio di andare lì, ci vado io! Armata di guanti di gomma e disinfettante ospedaliero.
Bisogna pensare positivo. Quei quattro piani di scale mi faranno solo bene, per il fiato e per i glutei. Ed è a 10 minuti a piedi dalla facoltà.
Alla fine dei fatti mi sono innamorata di quella catapecchia.
Speriamo che il sogno non si infranga.

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