venerdì 11 gennaio 2008

Logiche conseguenze (?)

Era prevedibile. Per lo meno se si crede ai detti. Esatto, sto parlando di quanto abbiamo cominciato bene il 2008. Mi spiego.
Il 7 gennaio era il nostro anniversario. Avevamo deciso di uscire a cena e pensavamo di optare per un ristorante etnico o comunque straniero. Qualche giorno prima ho fatto qualche ricerca su internet e ho trovato un ristorante tex-mex (la nostra passione) a Quarto. Quarto dei Mille, da dove è partito Garibaldi. Ci siamo segnati indirizzo e numero di telefono ed eravamo bei soddisfatti!
Per andare a Quarto da Sampierdarena conviene prendere il treno, ci mette una ventina di minuti ma non c'è sempre. Ci siamo organizzati, abbiamo segnato tutti gli orari.
Al lunedì pomeriggio telefoniamo, sono aperti e prenotiamo per due. Usciamo verso le 6.30, andiamo a prendere il treno, arriviamo a Quarto. Stranamente un colpo di fortuna: trovo una filiale della mia banca, finalmente posso ritirare gratis, per la prima volta da quando sto a Genova. Proseguiamo per via Quarto (che fantasia!), il ristorante dovrebbe essere al numero 14/a. Via Quarto costeggia il mare e logicamente i numeri civici pari sono dalla parte del mare, dove c'è una costruzione ogni 2 km. Passeggiando, tanto eravamo parecchio in anticipo, ci imbattiamo in una braceria argentina, la dobbiamo provare ci diciamo. Dopo venti minuti di passeggio raggiungiamo il 14/a. L'Albikokka. Cosa?? Ma che albikokka e albikokka, noi cerchiamo il Dixieland Cafè! Forse mi sono sbagliata, sarà al 14/b. Se c'è un 14/a ci sarà anche un 14/b. Proseguiamo la nostra passeggiata, che nel frattempo si stava trasformando in una maratona, ma non intravediamo nessun 14/b. Siamo arrivati fino a Quinto. Lì Via Quarto cambia nome. Qualcosa non quadra. Telefoniamo al ristorante (ore 19.50, avevamo prenotato per le 20) per chiedere conferme sulla via. Parla Giuse. -Scusi ma in che via siete? -Via della Cella -Ma è a Quarto? -No, a Sampierdarena! Cosa?!? Ci siamo fatti 20 minuti di treno e tre quarti d'ora a piedi per andare in un posto che in realtà e nella via parallela alla nostra?? Si. Merd.
Vabbè, pensiamo positivo. Annulliamo la prenotazione, giriamo i tacchi e ci dirigiamo verso la braceria argentina. Dopotutto non è male come seconda scelta. Un altra mezzora di cammino, a passo svelto stavolta, e arriviamo alla braceria. Chiusa. Che palle!
Che si fa? Decidiamo di tornare in centro e andare da Nabil, il ristorante palestinese in cui eravamo già stati. Il primo treno è 15 minuti dopo. Aspettiamo. Scendiamo a Brignole, siccome siamo stanchi e affamati prendiamo l'autobus per arrivare in Piazza De Ferrari e ci infiliamo nel vicolo. Arriviamo davanti a Nabil. O almeno a quello che ne resta. Non bastava che fosse chiuso per rovinarmi ulteriormente la serata. No. Doveva essere proprio smantellato. Hanno tolto il menù fuori e l'insegna. Nabil non esiste più. Sgrunt!
Ormai il morale era a terra e la voglia di tornare a casa era tanta, ma la fame ha avuto la meglio.
Decidiamo di provare con il pub/ristorante Britannia. Il mangiare non è un granchè ma almeno il clima è carino. Aperto! Alleluja!
Dopo un "lauto" pasto a base di salsiccia e patate e dopo aver bevuto qualcosa, torniamo finalmente a casa.
Il giorno dopo, in preda alla noia più totale, prendo in mano le pagine gialle e leggo tutti gli indirizzi dei ristoranti di Genova. Dixieland Cafè, via Quarto 14/a. Non è vero, c'è l'Albikokka lì! Che l'abbiano già chiuso?! Ma noi chi cacchio abbiamo chiamato? Il ristorante appena sotto, Du Uang (credo) in via della Cella.
La domanda sorge spontanea: è un coglione chi l'ha copiato sul sito internet o sono cogliona io che ho copiato il numero sbagliato? A me non sembra di aver letto di ristoranti che si chiamassero Du Uang sul sito, ma potrei sbagliarmi.
Fatto sta che se andiamo avanti in questo modo la prossima cosa che cerco su internet sarà un viaggio organizzato per Lourdes.
E minimo finisco a Nizza.

martedì 1 gennaio 2008

Guerra di logoramento

Buon anno!
Come sono andati i vostri festeggiamenti? I miei non tanto bene. Altrimenti non ne scriverei, obv. La prima parte della serata è andata piuttosto bene. Abbiamo mangiato un'ottima cena preparata dalla sottoscritta e siamo usciti, verso le 22.30, con meta il Porto Antico. Mica per la Nannini, intendiamoci.
Abbiamo fatto un giretto nella parte borghese di porto, dove sono ormeggiate tutte le barche sborone, fantasticando su quale avremmo comprato. Luce soffusa, leggera brezza tiepida, rumore dell'acqua calma in sottofondo. Ci fossero stati Lilli e il Vagabondo a mangiare spaghetti con le polpette saremmo stati in un cartone animato. Una favola.
Abbiamo deciso poi di dirigerci verso la folla. L'avessimo mai fatto. Dopo pochi secondi ci siamo ritrovati nella Terra di Nessuno, tra due trincee. Scoppi a destra, scoppi a sinistra, razzi che fischiavano in ogni direzione! Mi sono coperta le orecchie e se avessi avuto un elmetto mi sarei sentita più a mio agio. C'è mancato poco che mi buttassi a terra e strisciassi fino alla panchina più vicina. Un delirio.
Abbiamo quindi deciso di buttarci nel mezzo della folla, non scoppieranno i petardi lì, abbiamo pensato. Ci siamo rifugiati sulle gradinate dell'improvvisata pista di pattinaggio sul ghiaccio, tra vecchi, donne e bambini. Il posto più sicuro, no? No. Non è vero. Questi Cretini, con la C maiuscola, si son messi a far esplodere i petardi(bombe a mano, più che petardi) anche in mezzo alla gente! Per non parlare di quei furbacchioni che li buttavano in mare, con la barche a qualche decina di centimetri.
Io ho sempre avuto paura dei petardi, sono stata traumatizzata da piccola da un fumogeno che mi è scoppiato vicino(e per il quale ho rimesso tutta la notte). Potete immaginarvi il mio povero cuoricino in che condizione era.
Ci siamo spostati. Siamo andati ancora più vicini al palco. Lì, in teoria, ci sarebbero dovute essere persone a cui interessava il concerto. Ci siamo sbagliati, di nuovo. Ma il clima era decisamente più tranquillo.
Abbiamo aspettato la mezzanotte lì, affacciati alla balaustra del porto, guardando il riflesso della luna nell'acqua e schivando le scintille di petardo che d'ogni tanto ci sfrecciavano vicino.
E finalmente la mezzanotte è arrivata, annunciata dal countdown del presentatore (simpatico come un impiegato delle poste) e salutata da altri e più rumorosi, manco a dirlo, petardi. Tutti con il naso al'insù, si attendevano i fuochi d'artificio. L'unica cosa rumorosa che mi piace del capodanno. Però niente. Nothing. Nada. Rien. Manco una fontanella. A parte quelli dei privati cittadini (evitabili, decisamente evitabili) non si è visto un fuocherello. Che il Comune di Genova abbia speso troppo per organizzare il concerto con la Nannini e l'altra e non gli sia rimasto un euro? Probabile. Personalmente avrei preferito il concerto di Marco&Claudio (quelli che suonano sempre alle sagre di paese) e super spettacolo pirotecnico a mezzanotte. De gustibus.
Fatto sta che, un pò delusi per la mancanza dei fuochi, decidiamo di dirigerci verso il centro. Vogliamo una cioccolata e c'è un solo posto a Genova dove fanno La Cioccolata. Ma non vi dico qual'è perchè altrimenti ci andate anche voi e non c'è più posto per noi. Ahah.
Per andare verso i vicoli avevamo due opzioni: passare in mezzo alle persone affollate di fronte al megaschermo o ripassare nella Terra di Nessuno. Scelta ovvia. Inizio ad infilarmi come un'anguilla tra le persone e avanzo lentamente. A un certo punto un'esplosione. Tutto si fa nero. Istintivamente mi rannicchio e metto le mani intorno alla testa. Per un attimo mi sono sentita persa. Nel vero senso della parola, non capivo dov'ero. Poi ho fatto mente locale. Ero in mezzo a una piazza piena di gente e una grandissima testa di cazzo ha fatto esplodere una testata nucleare. Ho la sua faccia stampata nella testa. Se lo rivedo tra i vicoli non ne esce. In quel momento ho imprecato più di un muratore bergamasco quando inciampa sul pontile. Ho pensato davvero di morire di infarto.
Ci dirigiamo quindi verso la Terra di Nessuno, che nel frattempo si era riempita di cadaveri (petardi esplosi, bottiglie rotte, carta e quant'altro). Entriamo nei vicoli, decisamente tranquilli, e raggiungiamo Piazza de Ferrari, per niente tranquilla. Ci infiliamo in via San Lorenzo, che in quel momento sembra la pista di allenamento per gli autisti di ambulanze, e raggiungiamo il nostro amato posticino. Indovinate. Era chiuso!
Chi ha fortuna a capodanno....non siamo noi.

PS: Ho visto anche una scena agghiacciante: un bambino che avrà avuto 7 anni improvvisava una molotov. E sua madre era solo dietro la porta di vetro del ristorante, e lo guardava.