venerdì 19 ottobre 2007

Difficili convivenze

A casa! Da ieri sera, in anticipo. Oggi avrei avuto solo due ore e una docente era assente. Storia non la seguo, purtroppo.
Dalla settimana prossima invece mi toccherà tornare il sabato mattina. Mi hanno messo nel gruppo very advanced del lettorato di inglese. Dalle 16 alle 18 del venerdì. Alle 18 c'è l'ultimo treno per tornare a casa. Yeah. Praticamente sto a casa 24 ore.
Passiamo però al vero protagonista di questo post. Il mio coinquilino.
Nell'altro post mi sono dimenticata di scriverlo. Prima di andare via, martedì, ho messo dei pezzetti di carta di fianco ai cassetti. Se fossero stati aperti i pezzetti sarebbero caduti (Jericho docet). Ho fatto una cosa simile con le ante dell'armadio. All'interno ho messo delle etichettine (quelle che si usano per segnare le pagine dei libri) che uscivano all'esterno. Se le ante fossero state aperte le etichette sarebbero rimaste all'interno. Indovinate... Ha aperto tutto. Ha guardato ovunque. Ha spostato tutti i libri che avevo sulla scrivania (che avevo messo in una posizione particolare).
Come se non bastasse ha lasciato la mia porta socchiusa, mentre io l'avevo lasciata chiusa.
Una cosa è certa: non farà mai la spia.
Logicamente non esiste una chiave della mia camera. Però basta sapere che le chiavi delle porte interne sono solo di 12 tipi. Sulla serratura c'è il numero. La mia è la 9, come quella del bagno e della cucina. Prima di andare via ieri ho chiuso la mia porta con la chiave della cucina. Può rimanere un giusto dubbio: non proverà le chiavi per vedere se riesce ad aprire la camera? Può essere. Per questo ho lasciato di nuovo i pezzetti di carta. Se l'ha aperta ancora e ci ha di nuovo frugato dentro gli arriva una sfilza di nomi che non oserà più rivolgermi la parola.
Ma sono fiduciosa. Uno che usa il telecomando dello stereo per cercare di accendere una tv spenta può non arrivarci che ho usato la chiave della cucina!

mercoledì 10 ottobre 2007

Vita genovese. Tra difficoltà e piccole rivincite.

Da poco tornata nella patria della nebbia, rieccomi qui a scrivere. Neanche 48 ore di vita genovese e ho già preso l'accento. Penso in genovese. Giuro.
Alla fine ho deciso per la stanza del ragazzo che mi ha contattata mentre ero in treno. L'appartamento non è male, al quinto piano con ascensore. La zona non è il massimo ma eviterò di gironzolare sola alla sera.
Ieri ed oggi ho avuto un pò di incontri e presentazioni varie. La presentazione del corso di laurea (a dir poco inutile), la presentazione del corso di spagnolo e quella del corso di inglese. Se dio (in questo caso impersonificato nel Dott. Broccias) vuole dovrò fare solo due ore di lettorato di inglese invece di quattro. Sapete, ho il First! No, non lo sapevate. Pazienza. Ora lo sapete.
Ciò mi permetterà, forse, di seguire almeno una parte delle lezioni. Mi spiego. E' uscito oggi l'orario. Riesco a seguirne la metà, si sovrappongono tutte. Non posso non frequentare inglese I per andare a storia.
Comunque scriverò alla commissione orari per lamentarmi. Manco li avessi scelti io i corsi da seguire. Son tutti obbligatori. Se mi metti obbligatori sia etnologia che geografia economica poi non me li puoi mettere entrambi il venerdì dalle 9 alle 10, ti pare? Che faccio, mi sdoppio?
Mi capita anche di avere un corso al martedì dalle 11 alle 13 e un altro dalle 12 alle 14. Fai un'ora di qua e una di là, penserete. E no. Perchè il primo è al Polo didattico e il secondo nell'aula Teatro, 15 minuti di gradini più avanti. La strada è circa così: scendo due piani del Polo, esco, faccio un'ottantina di metri in salita, entro a giurisprudenza (due scaloni, è un palazzo antico), salgo tre piani, esco, altra gradinata lunghissima, percorro il cortile dell'Orto botanico, altre due rampe di scale, scendo per la discesina, entro nell'edificio, altri due piani di scale, corridoio e sono arrivata. E' umano secondo voi? Assolutamente no. Lo posso fare se ho un'ora di pausa in mezzo. O al massimo se è la prima lezione e poi la faccio in discesa per andare al Polo.
Fatto sta che martedì inizio alle 8 e finisco alle 19 (con diverse lezioni accavallate) e mercoledì non ho niente. Uhm. Vabbè.
Giusto per cambiare mood (eh, ho il First!) vi racconto un episodio di vita vissuta con il mio coinquilino. Quando sono andata a vedere l'appartamento ho notato il megaschermo in sala. Bello! E lui: quello però non funziona, vedi? E schiaccia dei tasti sul telecomando ma la tv non lo caga. E io: tranquillo, ci penso io. E ho visitato il resto della casa.
Lunedì pomeriggio. Sono tornata da poco dall'incontro di spagnolo e non so che fare. Andiamo a vedere se si riesce a sistemare la tv.
Ok, io non sono un tecnico. Una cosa però la so: se la spia è spenta la tv non si accende con il telecomando. Schiaccio il tasto sull'apparecchio e la spia si accende. Ottimo. Prendo il telecomando ma non da segni di vita. Mi guardo intorno. Nel mobiletto su cui poggia la tv c'è un altro telecomando. Funziona!
Quel genio del mio coinquilino cercava di accendere una tv non in stand-by con il telecomando dello stereo!
Con tanta pazienza memorizzo i canali più importanti. E poi mi godo un bel film. Il megaschermo è mio!
Alla sera a cena si pavoneggia narrandomi una quantità spropositata di episodi giuridici (lui fa giurisprudenza) e quando finalmente è stato zitto ho buttato lì, con finta noncuranza, Ah, ho sistemato la televisione in sala...
Sarà anche uscito con 100, sarà anche colto e preparato, ma almeno io riesco a ad eccendere la tv!

martedì 2 ottobre 2007

Avventure genovesi/2

Nuovo giretto a Genova. L'uomo doveva andare ad una riunione per gli scavi in Grecia. Io mi sono preparata un pò di volantini da piazzare in giro per le varie bacheche.
Durante l'interminabile ora e mezza della riunione io mi sono guardata un pò in giro. Ho spulciato le bacheche insomma. Dopo aver salvato e chiamato tre numeri, due senza avere risposta e uno con risposta negativa, mi cade l'occhio su un biglietto. Affitasi camera singola per i mesi di ottobre e novembre. Perfetto! Chiamo subito il ragazzo, Luca. Ci accordiamo per andare a vedere la stanza nel pomeriggio.
Finita la riunione comunico all'archeologo in erba la bella notizia esaltatissima. Risposta: Ma Marassi è lontanissimo! Vabbè.
Arriviamo a destinazione alle 16.30. Il quartiere è tranquillo, la palazzina si affaccia su un rigagnolo e sembra tutto molto pulito e ordinato. Non come il centro. Suono il campanello. Vieni su, al quarto piano. Flashback. Il quarto piano pure qui. E logicamente non esiste l'ascensore. Dopo tanti gradini e con poco fiato arriviamo all'appartamento. Wow. Penso abbia la stessa metratura del mio salotto. Tutto l'appartamento intendo. Insieme a Luca c'è una ragazza, anche lei lì per la stanza. Ci guardiamo in cagnesco. O meglio, lei mi guarda in cagnesco. Io devo ancora realizzare perchè è lì. Quando realizzo ricambio lo sguardo.
Con la voce più melliflua che riesco a modulare dico a Luca che è tutto perfetto. Che sarebbe meraviglioso poter stare lì.
In effetti l'appartamento è carino, pulito e ordinato. La stanza è piccola ma molto luminosa e stando lì in alto non si sente il rumore del traffico. La vista non è male. L'appartamento è solo per due (niente code per usare il bagno!). Comodissimo con i mezzi, in 15/20 minuti in tutto sono in facoltà.
Dato che ha qualche richiesta, ha detto che mi fa sapere tra qualche giorno. Io per abbattere la concorrenza gli ho proposto 50 € in più di affitto. Dite che è sleale? In amore e in guerra tutto è permesso. E questa è la mia guerra!
Mentre tornavo soddisfatta verso la stazione mi arriva un messaggio. Un altro ragazzo mi da disponibilità. Ci sentiamo più avanti. Yeah. Meglio avere la riserva.
In treno poi un altro. Ha visto il mio annuncio (che velocità!) e ha una stanza a Sampierdarena. La vado a vedere giovedì.
Come si dice, aiutati che il ciel ti aiuta.
Comunque vada con la stanza che mi piace tanto, io da lunedì mi considero genovese!
Datemi un paio di settimane ed userò belin come intercalare, non presterò più soldi a nessuno e dirò di essere di Zena!