giovedì 2 agosto 2007

Preside ovvero il controsenso

Altra vicenda familiare. I protagonisti stavolta sono mio cugino e il Preside della scuola media in cui si è iscritto.
Antefatto: la suddetta scuola media è una grande scuola in centro. Il cugino non abita in centro, ma è comodo con i bus. Il cugino abita in periferia, in un agglomerato di una decina di case che nessuno oserebbe chiamare paese. Nel suddetto agglomerato abitano altri due bambini della sua età, che hanno fatto le elementari con lui. Entrambi si sono iscritti nella stessa scuola media del cugino.
Fatto: i tre bambini hanno chiesto di stare tutti nella stessa classe. Il Preside, o chi per lui, ha deciso di metterli in tre prime diverse. La domanda sorge spontanea: perchè? Perchè dividere tre undicenni spaventati che devono affrontare una nuova scuola, nuove materie e nuovi undicenni?
Non solo. Il cugino, come gli altri due, aveva fatto richiesta di entrare nella classe in cui la seconda lingua è spagnolo. Detto fatto: tedesco! Uno a francese e l'altro a spagnolo. Ma allora sei stronzo!
La cosa non ha senso sotto nessun punto di vista. Capisco che debbano socializzare... mettili in banchi separati! Fai il cambio dei banchi ogni mese, così parlano con tutti. Santo cielo non era difficile.
Così non possono trovarsi a fare i compiti. Non possono passarseli nel caso uno non stia bene.
Il mondo va a rotoli cari miei. Così facendo, quando avrà vent'anni, mio cugino sarà ancora più rompicoglioni di me. Occhio!

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